Intervista a LibriNews
(13 agosto 2021)
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro è nata dal mio amore per l’isola di Malta e la sua storia. Quell’amore mi ha portato ad approfondire l’analisi su alcuni aspetti poco conosciuti e anche poco pubblicizzati del periodo di dominazione dei Cavalieri Ospitalieri e a imbattermi nella vicenda della cosiddetta “Rivolta dei Preti” del 1775. Ho trovato quell’episodio di rivolta di popolo contro un governo dispotico, lontanissimo da ogni tentativo di comprensione delle reali esigenze della gente e completamente disinteressato a capire le usanze e la cultura dei maltesi affascinante e ho deciso di farne lo sfondo su cui cercare di tratteggiare una storia in cui mostrare come l’Ordine di Malta, negli ultimi anni del suo potere temporale, fosse un mondo a sé stante che univa, in percentuale diversa da Cavaliere e Cavaliere, senso dell’onore, religiosità, altezzosità, divisioni nazionalistiche e giochi politici che erano un riflesso in chiave minore delle dispute che stavano scuotendo l’intera Europa.
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Quanto è stato difficile portarlo a termine?
In realtà, la risposta che posso dare a questa domanda è duplice. Da un lato, provenendo dal mondo della ricerca storica e avendo già pubblicato una ventina di saggi con varie Case editrici, posso dire di avere una certa frequentazione con la scrittura, per cui non è stato particolarmente complicato approcciarmi alla “pagina bianca”. Dall’altro lato, però, desideravo che questa storia potesse raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello più specialistico dei lettori della saggistica e, dunque, mi sono cimentato, per la prima volta, nella stesura di un romanzo: il cambio di registro, devo dire, non è stato sempre agevole, soprattutto nel cercare di scrivere dialoghi realistici…
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non ho particolari autori di riferimento e, allo stesso tempo, ne ho molti insieme. Dal punto di vista letterario trovo avvincenti il sistema narrativo di Dan Brown, soprattutto nella disposizione della materia e la grandezza affabulatoria, non disgiunta da profondità culturale, di Eco ma, entrando più nello specifico del romanzo storico, credo di essermi attenuto piuttosto rigidamente alle regole della poetica manzoniana e di aver tentato di emulare la capacità divulgativa di Barbero.
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Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vengo da una cittadina del Surrey, a sud di Londra ma ho vissuto gran parte della mia vita in Italia, pur trascorrendo anche lunghi periodi all’estero per motivi di studio. Al momento, vivo in una cittadina vicino a Milano che, ormai, reputo la mia città.
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Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho in cantiere un nuovo romanzo, in cui cercherò di unire tre momenti storici diversissimi, il I secolo dopo Cristo, il periodo della Riforma e l’oggi in un racconto con risvolti sia storici che “gialli”. La prima stesura è in fase di completamento ma, prima, devo cercare di capire come funziona la fase post-pubblicazione di questo primo romanzo: una fase a cui non sono particolarmente abituato…
Intervista a BookReaders
(16 giugno 2021)
Welcome to my blog Lawrence. Please tell my readers and I more about yourself and your books.
Q: Tell us about your latest work—title, genre, etc. — and why you wrote it?
A: My “Malta 1775: the twilight of the Knights” is an historical novel set in Malta at the end of XVIII century. Actually, I am a prefessional historian and, therefore, I often recive excerpts and abstracts of historical studies. Almost one year ago, I received an article related to the “Revolt of the priests” of Malta, which forms the historical background of my text and I thought it was a fantastic story of freedom. At first I wanted to deepen my research to write an essay but, then, I understood I would have liked this story to be known by a larger audience than the one of “history specialist” and I tried to write a novel. Then, while writing the book, I realized I needed to explain a little more about the decadence of the Hospitaleer Order during the last years of their dominion on Malta. That’s how the novel came to light.
Q: What draws you to your genre(s)? Why is this type of story compelling to you?
A: As I said, I am an historian: I love history as I love to understand the way people lived and saw the world in the past and what of their vision influenced our present. In particular, I love those historical elements showing how the need for freedom, respect and self-determination is something natural and compelling for human beings.
Q: What is your writing process like? Do you map the whole thing out or do you just let it unfold?
A: Actually, each time I start to write a book, both essays and, in this case, a novel, I try to plan a plot in a quite precise map but, to be honest, I rarely manage to follow the lines of my plan: in a way, every chapter comes to light on its own, according to its own logic ...
Q: What kind of research was involved?
A: A quite long one: I had to make a lot of historical research to have a clear vision of an almost forgotten episode of the Maltese history and, mainly, I had to enter in depth into the mentality of the time, so to make the reader understand the values pushing the actions of the characters
Q: How much of YOU makes it into your characters?
A: Somehow, there is much of me in every charatcer: almost each character shows a partial side of my personality, in the moment in which, while writing, I try to “enter” into each role
Q: How do you balance the need to have time to write with the needs of family, society, etc.?
A: I work as a history teacher and, therefore, much of my time is taken by my job. Writing is an invincible pulsion which takes many hours I should devote to sleeping or playing with my puppy dog (but he is very patient!)
Q: Have there been any authors in particular, that inspired your writing?
A: Actually many: I could mention Dan Brown for his narrative structures, Baricco for his refined style, Umberto Eco for his ability to "reconstruct history", Borges, Marechal and Zaffon for their magical atmospheres, Sepulveda for his frescoes of "micro-stories"
Q: Is there a story you want to tell behind or about your work(s)?
A: For my first novel I chose to write about Malta as it is a place I love under all aspects but the story I decided to describe is a sort of universal one: the way “big powers” try to gain on common people and the way common people try to resist and fight for their freedom.
Q: What other projects are you currently working on or about to start?
A: Being a specialist in religious history, I am writing a story trying to link the I Century Palestine, the “heretics” of the period of the Counter-Reformation and nowadays Rome. I am almost half-way but much work is still to be done.
Q: Could you share some of your marketing strategies? Which ones are the most effective in your opinion?
A: I am not such an expert. What I can say is that the Italian version of “Malta 1775” had good success in Italy and I can just report what I did: I used socials, bet on voice to voice giving free copies and asked to reviewers to write an honest opinion about the book.
Q: What would be the top five, (or 3 or 1 or however many) things you would tell aspiring authors?
A: 1) Be patient and don’t get discouraged if you don’t obtain answers for the first weeks;
2) remember that the end of your story is just the beginning of your work: read, read and read it again, correct, ask for advice. Then the hard phase, the one of marketing, starts;
3) never give up: if you feel you need to write, go on doing it, even if only for yourself.
Again, thanks Lawrence for taking the time to share your knowledge with us. We appreciate your and your work. My pleasure
Nuova intervista al "Caffé Letterario" de "Gli Scrittori della Porta Accanto"
(25 maggio 2021)
Intervista a Lawrence M.F. Sudbury, in tutti gli store online con Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri (Independently published): «Leggere e scrivere sono droghe che danno dipendenza ma fanno bene».
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Bentornato a Lawrence M.F. Sudbury. Grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto. Nel nostro salotto virtuale l'atmosfera è allietata da un'orchestra di giovani promesse che suona jazz e blues, sulle note di Gershwin e Nina Simone. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio raccontaci qualcosa di te. Quali sono i tuoi gusti in fatto di libri, che generi preferisci leggere?
In qualche modo i miei gusti letterari sono molto legati a quello che faccio nella vita: occupandomi di storia e religioni, devo leggere, quasi per dovere d’ufficio, molta saggistica relativa a questi argomenti e, forse con un pizzico di monomaniacalità, quando mi dedico alla lettura fiction, non vado molto lontano da quegli ambiti: i romanzi storici, magari con ambientazioni religiose o pseudo-religiose, sono i miei preferiti. Giusto per cambiare un po’, ogni tanto mi piace leggere qualche buon libro di letteratura di viaggio o qualche capolavoro della letteratura sudamericana, che adoro per le sue atmosfere, i suoi simbolismi e le sue allegorie.
Quali sono, invece, i generi letterari che preferisci scrivere?
In sostanza, gli stessi che leggo. In prevalenza, fino ad ora, ho scritto saggi storico-religiosi, socio-religiosi o teologici. Passando al genere fiction, in fondo, sono rimasto nel seminato, sia perché questo mi permette di sfruttare le conoscenze acquisite, sia perché, sinceramente, sono talmente innamorato della storia e delle “storie della storia” che mi riesce difficile pensare di scrivere qualcosa di diverso da un romanzo storico. Però, chissà, forse prima o poi potrei pensare di passare a qualcosa di più “contemporaneo” ...
Scrivi meglio di giorno o di notte? Hai un luogo tutto tuo in cui riesci a concentrarti e mettere i tuoi pensieri su carta?
In realtà, se ci penso, mi rendo conto che scrivo praticamente da sempre e, soprattutto, scrivo sempre, continuamente, dentro la mia testa: in metropolitana, portando fuori Winston, il mio cane, cucinando, forse persino leggendo … Poi, a casa, in qualunque momento riesca a ritagliarmi, quello che mi resta da fare è solo mettere nero su bianco le frasi e i concetti che ho già scritto dentro di me e, magari, limarli un po’!
Lawrence M.F. Sudbury come progetti la tua idea? Scrivi direttamente al computer, oppure su quaderni, taccuini, o hai un sistema tutto tuo?
Credo che il mio metodo sia quanto di meno consigliato da qualsiasi manuale di scrittura. In sostanza, come dicevo, i concetti e le frasi chiave me li scrivo in testa in qualunque momento, poi mi metto al computer e tutto va avanti da solo. In effetti, per qualunque cosa scriva cerco sempre di farmi una scaletta iniziale ma non credo di essere mai riuscito a rispettarne una, se non a grandi linee. Se devo essere sincero, mentre scrivevo “Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri” conoscevo bene l’evento storico che fa da background al racconto e la storia dei Cavalieri di Malta ma il corpo del romanzo è nato giorno per giorno e il finale l’ho scoperto anch’io solo mentre lo scrivevo.
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Ci racconti qualcosa del tuo romanzo per incuriosire i nostri lettori?
Forse proprio per come è stato scritto, Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri è molte cose insieme: è il racconto della crescita personale di un uomo in un contesto molto particolare come quello dell’ultimo dominio di un Ordine monastico-cavalleresco, è un esempio di quelle “micro-storie” spesso dimenticate dalla “grande storia”, è l’affresco di un periodo di decadenza degli Ospitalieri e un modo per cercare di comprendere le cause di quella decadenza anche all’interno del contesto storico coevo, è un tributo ad un paese e ad un popolo che amo moltissimo, è la storia di un amore impossibile, è il tentativo di sottolineare il senso di alcuni valori un po’ perduti ed è, in fondo, un libro di avventura sullo sfondo di eventi storicamente realmente accaduti.
Quanto tempo ti ha impegnato la stesura di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri?
Circa sei mesi, equamente divisi tra un paio di mesi per la ricerca sulle fonti, un paio di mesi per la prima stesura e un paio di mesi per le successive stesure.
C’è un autore contemporaneo che stimi particolarmente e che avresti piacere di conoscere?
In realtà ce ne sono molti e per ragioni diverse. Se per “contemporaneo” intendiamo “di questa epoca”, allora potrei dirti Dan Brown per le sue strutture narrative, Baricco per il suo stile raffinato, Umberto Eco per la sua capacità di “ricostruire la storia”, Borges , Marechal e Zaffon per le loro atmosfere magiche, Sepulveda per i suoi affreschi di “micro-storie”, la Fallaci di alcuni libri per la capacità di rendere “reali” le personalità dei suoi personaggi. Alcuni di loro, purtroppo, sono morti ma, per certi versi, ho già avuto il piacere di conoscere tutti loro attraverso i loro scritti: è questa la bellezza dei libri, secondo me.
Chi è il lettore ideale di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri?
A rischio di risultare un po’ ripetitivo, i lettori ideali sono, secondo me, di vario tipo. Innanzitutto chi ama la storia: le vicende narrate, pur essendo in parte frutto di fantasia, si inseriscono nel quadro di episodi reali della vita dell’arcipelago melitense di fine XVIII secolo, direi piuttosto attentamente ricostruiti dopo un lungo studio per disegnare il panorama degli avvenimenti ma anche per portare il lettore a immedesimarsi nel clima culturale, sociale e nelle “formae mentis” che caratterizzavano il vissuto di quel periodo.
In secondo luogo, il romanzo si indirizza a chi ama l’avventura, che qui si respira sia nell’ambientazione, sia nell’evolversi degli accadimenti del protagonista, del quale si sviluppa anche un’analisi psicologica relativa alla sua evoluzione umana personale.
Infine, il libro si rivolge a tutti coloro che si sentono legati ad alcuni valori quali lealtà, onore, coraggio, spirito di sacrificio e amore romantico che, secondo me, costituiscono un fondamento eterno dell’esistenza umana.
Progetti per il futuro: ci sono nuovi lavori in corso, nuove pubblicazioni o ambizioni particolari?
La scadenza più imminente è tra circa un mese, quando, sulla scia del buon successo che Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri sta avendo in Italia, uscirà la versione inglese del libro.
In fase di seconda revisione è, invece, un progetto piuttosto ambizioso di unire tre generi (fantasy religioso, romanzo storico e racconto poliziesco), tre periodi storici (I secolo, età controriformistica e contemporaneità( e tre aree geografiche (Palestina, centro Europa e Roma) in un unico romanzo di cui è già pronta la prima bozza. Il titolo provvisorio è I custodi della Verità e immagino che andrà alle stampe verso la fine dell’anno corrente.
Intanto, molte altre idee sono già in cantiere...
Ringraziamo tantissimo Lawrence M.F. Sudbury per essere stato ospite di questo Caffè Letterario, lo spazio degli Scrittori della porta accanto dedicato agli autori, e, anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per suoi progetti futuri.
Intervista a "Gli Scrittori della Porta Accanto"
(14 maggio 2021)
L'autore racconta
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Diamo il benvenuto a Lawrence M.F. Sudbury sul blog Gli scrittori della porta accanto. Buongiorno Lawrence, com’è nato il progetto di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri? È nata prima la trama o prima il titolo?
Buongiorno e grazie a voi.
In realtà il progetto di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri è nato un po’ per amore e un po’ per caso. Da anni mi occupo di storia, in particolare di storia della Chiesa e delle Religioni e, nel tempo, ho pubblicato una ventina di saggi su temi specifici relativi a questo campo di studi. Così, sovente mi capita di ricevere articoli e pubblicazioni in materia. Da sempre sono innamorato dell’isola di Malta, della sua cultura e della sua gente e quando, per caso, ho ricevuto un articolo sulla “Rivolta dei Preti” del 1775, ho subito trovato quella vicenda affascinante e, se posso permettermi di dirlo, anche molto istruttiva. L’idea iniziale era quella di approfondire le ricerche sull’argomento per produrre un saggio ma mi sono reso conto che sarebbe rimasto un testo per pochi “specialisti” appassionati mentre sono convinto che quella storia, ingiustamente piuttosto dimenticata, debba essere conosciuta da un pubblico più vasto: ho deciso, dunque, di avventurarmi in un genere, quello del romanzo storico, che non avevo mai toccato in precedenza. Poi, nella stesura della trama, ho capito che quell’episodio doveva essere inserito nel quadro più ampio del declino dell’Ordine di Malta nell’ultima fase del suo dominio temporale sull’arcipelago e così è nato il libro. Il titolo è stato solo una conseguenza della trama.
Diamo la parola ai personaggi di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri. Chi è e come si presenta il protagonista?
Il protagonista è fra’ Bartolomeo Ruspoli Marescotti di Cerveteri, un nobile di una delle famiglie più importanti della Roma papalina. Potrebbe vivere una vita agiata, fatta di ozi e salotti aristocratici o scalare facilmente i vertici della Curia romana ma è un ragazzo sognatore e avventuroso, affascinato dal mito degli ultimi monaci-guerrieri ed è per questo che è entrato giovanissimo nell’Ordine, diventando poi un “Conventuale”, cioè un Cavaliere residente su Malta e non nei vari Balivati europei. Da subito si è reso conto che la realtà dei Cavalieri di Malta di fine XVIII secolo non corrisponde più all’immagine eroica che si era costruito ma, per i primi anni, la decadenza dell’Ordine è per lui, capitano del veliero che suo padre gli ha regalato al momento dell’Ordinazione e membro della Guardia d’Onore del Gran Maestro, più una questione teorica, un argomento di discussione con i Confratelli. Solo quando si troverà, in parte per caso e in parte per una precisa scelta morale, a scontrarsi con i poteri forti dell’isola, venendo prima esiliato e poi addirittura divenendo un latitante accusato di omicidio, entrerà realmente in contatto con la realtà di un Ordine che ormai disattende completamente la sua missione di “Difesa della Fede e Protezione dei Poveri” dominando in modo tirannico una popolazione impoverita e stremata. Da questo processo di presa di coscienza inizierà una progressiva maturazione interiore, sia personale che sul senso della sua vocazione, che lo porterà a prendere posizioni molto nette. Tra l’altro, fra’ Bartolomeo Ruspoli è un personaggio realmente esistito, anche se, per ragioni cronologiche, ho dovuto anticipare di qualche anno la sua presenza sull’isola.
I luoghi del libro raccontati attraverso il punto di vista di un protagonista comprimario…
I comprimari nel mio romanzo sono un certo numero e, dunque, preferirei sceglierne due, i cui punti di vista sono diametralmente opposti. Per il Gran Maresciallo e futuro Gran Maestro Emmanuel de Rohan-Polduc Malta è l’ultimo avamposto della Cristianità, che i Cavalieri hanno difeso con il proprio sangue e di cui, dunque, ora possono disporre a piacimento: una terra in sé improduttiva ma che può permettere, se ben sfruttata politicamente, di dare lustro e potere presso le corti europee all’Ordine e a chi è abbastanza intelligente e furbo da farsi strada al suo interno.
Per Ninu Fenech, ex caporale maltese nazionalista, Malta è, invece, una terra ricca di storia, di tradizioni, di una propria cultura peculiare che dovrebbe essere compresa e rispettata ma che viene dominata con pugno di ferro da stranieri che impongono leggi inutili, estranee e nocive per un popolo ridotto alla fame.
Il tempo della narrazione, secondo l’opinione di un protagonista secondario...
Rispondere a questa domanda è più facile perché il concetto è chiaramente espresso nel testo. Il punto di vista è quello di don Gaetano Mannarino, il leader della “Rivolta dei Preti”. Per lui questo è il tempo in cui gli abitanti dell’arcipelago, da sempre sfruttati dai loro dominatori e ormai diventati solo pedine sacrificabili nei giochi politici e nelle dispute tra stati continentali, si sollevino e prendano in mano le redini del proprio destino per creare una società più equa, più umana, più solidale. Nel suo pensiero si uniscono gli echi del messaggio sociale evangelico, delle tradizioni locali di onore e dignità di ogni uomo e quelli della nuova cultura illuminista che sta sviluppandosi. Come in altre parti del mondo, questa unione particolare farà sì che, per lui, quello di cui scrivo nel libro sia il tempo della “revoluzzjoni”.
Che tematiche affronti con Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri?
Direi che, al di là del contesto “esotico” e dell’intreccio avventuroso degli avvenimenti, i temi che emergono più chiaramente nel testo sono tre. In primo luogo, la corruzione e la perdita di ogni limite morale che derivano dalla ricerca spasmodica del potere e che non risparmiano neppure coloro che, per scelta e per voti, hanno deciso per una vita che dovrebbe essere improntata a sistemi di pensiero completamente differenti. In secondo luogo, un tema forte è dato dalla presa di consapevolezza del senso delle proprie scelta esistenziali da parte di Bartolomeo che, a poco a poco, da rampollo della nobiltà viziato e assetato di avventura, si rende conto del senso reale della propria vocazione come scelta di campo a favore degli “ultimi” e diventa un uomo capace di assumersi le proprie responsabilità non solo per ragioni di “onore famigliare” ma come risultato di un lungo lavorio interiore. Infine, un terzo tema è dato proprio dalla riproposizione di valori forti di onore personale, coerenza, fedeltà alla parola data, spirito di sacrificio, amicizia disinteressata, forse ormai un po’ desueti ma che stanno alla base di tutto la narrazione del libro.
Hai svolto ricerche per scrivere questo romanzo, oppure è opera della tua fantasia, ce ne vuoi parlare?
In realtà, la mia vocazione di fondo rimane quella di storico e, dunque, ho cercato di applicare le stesse modalità di ricerca storica normalmente adottate in altri ambiti anche nella costruzione di questo romanzo. Naturalmente è stato necessario adattare alcuni eventi alle necessità narrative della “fiction” ma tutto il background storico del racconto è ricostruito sulla base di documenti dell’epoca e di saggi riguardanti il periodo trattato. Credo che questo fosse necessario non solo per raccontare le vicende in modo realistico ma anche per cercare di rendere la mentalità, il sistema di pensiero che caratterizza i vari personaggi, senza il quale l’intreccio degli eventi sarebbe, probabilmente, più difficile da comprendere per un lettore di oggi.
C’è una domanda che avresti voluto ti facessi?
C’è una domanda che mi è stata posta da alcuni lettori del mio libro e che credo valga un chiarimento. La domanda è se con questo romanzo, così critico nei confronti dell’Ordine Ospitaliero, volessi attaccare direttamente, per qualche ragione, i Cavalieri di Malta.
La risposta è assolutamente no. Al di là di alcune recenti vicissitudini interne che non è mio compito giudicare, non avendo, tra l’altro, in mano tutti gli elementi per farlo, nutro un grandissimo rispetto per il Sovrano Ordine Militare in relazione allo splendido lavoro in campo umanitario e sanitario svolto quotidianamente dai suoi Membri. La mia critica si rivolge espressamente solo alla decadenza dell’Ordine e del suo sistema valoriale nel periodo esaminato, cioè nella seconda metà del ‘700 e, semmai, proprio quella decadenza mi pare una notevole epitome di quella che ritengo, invece, una legge storica più generale e applicabile a moltissimi ambiti anche contemporanei: quando potere temporale e fedi religiose si mescolano, il primo finisce sempre per prevalere e snaturare le seconde, creando disastri sociali, politici e spirituali.
Se il tuo libro diventasse un film, da quali attori sarebbe composto il cast?
A dire il vero non ci ho mai pensato ma diciamo che, a livello di pura fantasia e avendo a disposizione ogni possibile attore del passato e del presente, mi rendo conto che, forse, scrivendo mi sono immaginato alcuni personaggi con volti di attore: fra’ Bartolomeo potrebbe essere impersonato da un Raul Bova giovane, Ninu dal Sal Borgese di certi film italiani degli anni ‘70, Tereza da Maria Grazia Cucinotta, il barone Attardo da Philippe Leroy, Monsignor Pellerano da Philippe Noiret, Henry da John Malkovic… Per i Gran Maestri, però, è più difficile usare l’immaginazione perché ho ben presenti i loro ritratti d’epoca e non riesco più a immaginarli con altri volti!